ptosi-palpebrale
La Ptosi palpebrale è causata da un abbassamento della palpebra superiore con conseguente riduzione del visus.

Può essere congenita od acquisita, monolaterale o bilaterale, si può presentare fin dalla nascita o essere causata da malattie neurologiche e muscolari nell’età senile.

Tale condizione, presente per un deficit diretto od indiretto del muscolo elevatore della palpebra, porta ad una riduzione del campo visivo soprattutto nei quadranti superiori con difficoltà del paziente, nelle forme più severe, a compiere normali attività quotidiane se la rima palpebrale arriva a coprire la pupilla.

Spesso chi è affetto da tale condizione, per cercare di ovviare a questo deficit, compensa l’impossibilità di alzare in maniera ottimale la palpebra con l’utilizzo del muscolo frontale, quindi non è raro notare persone con sopracciglia alzate in maniera innaturale o con fronti solcate da rughe profonde per l’eccessivo lavoro di questo muscolo.

Inoltre un occhio che non riceve gli giusti stimoli visivi tende a diventare pigro (ambliopia) e a ridurre la sua funzionalità.

Pertanto è bene intervenire in tempi brevi sia per migliorare la qualità di vita del paziente, sia per non causare danni definitivi all’organo visivo.

Informazioni per il paziente

Prima dell'intervento di Ptosi palpebrale

E’ necessario effettuare degli esami del sangue, un elettrocardiogramma ed una visita cardiologica.

Si dovrà mantenere un digiuno di almeno 8 ore da liquidi e solidi prima dell’intervento ed organizzarsi con un accompagnatore per il ritorno a casa e almeno per le prime due notti post-operatorie.
Si consiglia l’assunzione di compresse di Arnica due giorni prima l’intervento. L’arnica, farmaco omeopatico, ha la proprietà di ridurre il gonfiore post-operatorio.

Lavare accuratamente i capelli il giorno prima dell’intervento, rimuovere lo smalto dalle unghie di mani e piedi, non applicare trucco o creme sul viso e sul corpo. Seguire attentamente le indicazioni segnalate dal chirurgo.
Si consiglia di non assumere aspirina o farmaci che la contengono per due settimane prima dell’intervento e due settimane dopo previa informazione del chirurgo. L’aspirina può causare sanguinamento e quindi aumentare il rischio di complicanze. Si consiglia poi di eliminare il fumo per almeno una settimana prima dell’intervento.

L'intervento

L’intervento può essere eseguito in anestesia locale od associato ad una sedazione per dare maggior tranquillità al paziente. La presenza dell’anestesista in sala operatoria è fondamentale per la sicurezza e per la serenità del paziente.
L’intervento consiste in un’incisione a livello palpebrale, si individua ed isola il muscolo elevatore della palpebra e si sutura con un filo molto sottile il tendine di quest’ultimo al tarso palpebrale per ridurne la lunghezza e facilitarne l’apertura. In sede operatoria si valuta sempre la simmetria tra i due lati perché oltre all’aspetto funzionale si deve preservare sempre comunque l’aspetto estetico. Le ferite si suturano con fili di seta molto piccoli che verranno rimossi dopo 3-4 giorni.

La durata varia da 40 minuti a ad un’ora e mezza

Periodo Post-Operatorio

Il decorso post-operatorio è quasi sempre indolore. Per pazienti più sensibili basterà assumere blandi analgesici per controllare il fastidio post-chirurgico

Il paziente dovrà stare a riposo per i primi 3-4 giorni e fare ripetuti impacchi sugli occhi con delle garze imbevute di camomilla fredda di frigorifero fino alla rimozione dei punti.
Vengono generalmente prescritti antibiotici per bocca per almeno 5 giorni.
I capelli non vengono lavati fino alla rimozione dei punti.

Cosa aspettarsi dopo l'intervento

All’inizio le palpebre appaiono gonfie e saranno presenti dei lividi, con miglioramento nel giro di circa 5-7 giorni. Il gonfiore andrà pian piano attenuandosi fino a scomparire del tutto in 10-15 giorni.

Le palpebre saranno da subito più alzate ed il paziente beneficerà immediatamente dell’intervento anche se il gonfiore iniziale potrà nascondere il risultato definitivo. Le cicatrici saranno dapprima rosse ed evidenti ma già col passare di pochi giorni avranno un netto miglioramento.

Verranno prescritte delle pomate per aiutare la cicatrizzazione e la riduzione dell’edema. Si consiglia vivamente di non esporre le ferite al sole per almeno 4 mesi senza una protezione adeguata .Si consiglia di evitare traumi ed attività sportiva intensa per un mese, mentre la corsa od altri sport meno invasivi possono essere ripresi dopo 20 giorni.

Possibili complicanze

Il sanguinamento e di conseguenza l’ematoma è una complicanza che può avvenire e necessita di essere drenato rapidamente; è bene segnalare al chirurgo la comparsa di dolore importante nei primi giorni postoperatori. Le infezioni sono rare e possono essere trattate con successo con antibiotico terapia.
Cicatrici patologiche tipo cheloidi sono rarissime in queste sedi e richiedono un trattamento con cortisonici.

Stabilità del risultato

Il risultato è generalmente stabile nel tempo con buona soddisfazione dei pazienti. In alcuni rari casi può essere necessaria una correzione secondaria a distanza di almeno tre mesi nel caso in cui la correzione non fosse soddisfacente o la simmetria tra i due lati non fosse ottimale.

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